A Síria e o Líbano
No Líbano celebra-se a demissão do governo do primeiro ministro Karami, apoiado pela Síria, com manifestações: «"Karami has fallen, your turn will come, Lahoud, and yours, Bashar," the demonstrators chanted, referring to the Lebanese president and his Syrian counterpart, Bashar Assad. "» (BBC)
Entretanto, o presidente Sírio, Bashar al Assad, deu uma entrevista ao La Repubblica:
« l'opposizione libanese ribatte che il troppo è troppo: ospiti invitati, siete rimasti troppo a lungo? "Non per piacere. È vero, siamo stati dieci anni più del previsto. Ma osservate la storia recente: la guerra civile è finita nel 1990; si trattava di ricostruire l'esercito, di riedificare il Paese su basi laiche e non confessionali: questo ci chiedeva l'accordo di Taif, con la clausola che i due governi avrebbero concordato in un secondo momento il ritiro definitivo. Quel che non si prevedeva era il protrarsi dell'occupazione israeliana nel Sud del Libano, fino al 2000. E c'erano in quei giorni speranze di pace per l'intera regione, Invece oggi eccoci qui, con la guerra che infuria ai confini. Vedete quelle montagne fuori della finestra? Ebbene nell'82 Israele arrivò fin lì, a una manciata di chilometri da Damasco. Sotto il profilo tecnico, il rimpatrio può avvenire entro l'anno. Però, sotto il profilo strategico, ciò accadrà soltanto se otterremo garanzie serie. In una parola: la pace". Le piazze di Beirut hanno dichiarato un'intifada pacifica. Presidente, non teme una nuova Ucraina?"No, chi si aspetta l'Ucraina nel Paese dei cedri s'illude. Vedete, il Libano è complesso, bisogna saperlo interpretare. È una società per certi versi tribale, frazionata fra comunità che spesso si sono contrate fra loro nella storia. Gli alleati di oggi sono i nemici di ieri, e i sodalizi mutano di stagione in stagione, tanto più adesso in campagna elettorale. Ma se qualcuno dall'esterno volesse attizzare le fiamme, ogni scivolata può avere conseguenze disastrose. Il Libano però non è che un pretesto. Il vero obiettivo di Washington è un altro". »
Entretanto, o presidente Sírio, Bashar al Assad, deu uma entrevista ao La Repubblica:
« l'opposizione libanese ribatte che il troppo è troppo: ospiti invitati, siete rimasti troppo a lungo? "Non per piacere. È vero, siamo stati dieci anni più del previsto. Ma osservate la storia recente: la guerra civile è finita nel 1990; si trattava di ricostruire l'esercito, di riedificare il Paese su basi laiche e non confessionali: questo ci chiedeva l'accordo di Taif, con la clausola che i due governi avrebbero concordato in un secondo momento il ritiro definitivo. Quel che non si prevedeva era il protrarsi dell'occupazione israeliana nel Sud del Libano, fino al 2000. E c'erano in quei giorni speranze di pace per l'intera regione, Invece oggi eccoci qui, con la guerra che infuria ai confini. Vedete quelle montagne fuori della finestra? Ebbene nell'82 Israele arrivò fin lì, a una manciata di chilometri da Damasco. Sotto il profilo tecnico, il rimpatrio può avvenire entro l'anno. Però, sotto il profilo strategico, ciò accadrà soltanto se otterremo garanzie serie. In una parola: la pace". Le piazze di Beirut hanno dichiarato un'intifada pacifica. Presidente, non teme una nuova Ucraina?"No, chi si aspetta l'Ucraina nel Paese dei cedri s'illude. Vedete, il Libano è complesso, bisogna saperlo interpretare. È una società per certi versi tribale, frazionata fra comunità che spesso si sono contrate fra loro nella storia. Gli alleati di oggi sono i nemici di ieri, e i sodalizi mutano di stagione in stagione, tanto più adesso in campagna elettorale. Ma se qualcuno dall'esterno volesse attizzare le fiamme, ogni scivolata può avere conseguenze disastrose. Il Libano però non è che un pretesto. Il vero obiettivo di Washington è un altro". »